Fitoterapia o erboristeria: c'è differenza?
Qual è meglio? Le piante officinali costituiscono da sempre il rimedio più naturale ed
istintivo a cui fare ricorso in caso di disturbi e malattie.
Fitoterapia ed erboristeria non sono sinonimi; entrambi sono discipline
terapeutiche naturali che sfruttano l'azione delle piante e dei loro
preparati, ma con basi e scopi differenti. La fitoterapia si basa sulla medicina scientifica occidentale, la "biomedicina", con la quale
condivide metodo di ricerca e pratica clinica ed attribuisce
l'azione terapeutica delle piante esclusivamente ai principi attivi in esse
contenuti.
La fitoterapia utilizza estratti di piante il più possibile standardizzati per
curare e prevenire patologie o disturbi e per ottenere scopi precisi, volti
al miglioramento del benessere o della qualità della vita delle persone
(ad esempio riduzione del dolore e dell'infiammazione di un'articolazione
in un malato di artrosi, o aumento della sensazione di benessere e
resistenza fisica in un atleta o lavoratore).
Principi attivi ed estratti secchi titolatiI rimedi più utilizzati sono capsule o compresse contenenti estratti
secchi di piante, titolati in uno o più principi attivi, identificati come
maggiori responsabili dell'azione terapeutica della pianta (la titolazione è
la misura dell'esatta concentrazione di un principio attivo nell'estratto).
Gli estratti secchi in capsule o compresse vengono preparati mediante
estrazione della droga (parte attiva della pianta) con un solvente, che
viene successivamente fatto essicare e formulati con degli eccipienti
(ingredienti secondari) che garantiscano la massima biodisponibilità dei
principi attivi, utilizzando tecniche formulative proprie dell'industria
farmaceutica.
I preparati fitoterapici vengono scelti in base al tipo di patologia o
disturbo e i risultati ottenuti sono valutati mediante studi clinici, in base
al miglioramento dei sintomi o di alcuni parametri fisiologici monitorati.
La fitoterapia garantisce riproducibilità, standardizzazione, maggior
prevedibilità dei risultati aspettati e delle possibili controindicazioni.
D'altro canto, viene perso del tutto o quasi quell'effetto che non dipende
dalla chimica dei principi attivi di una pianta, ma dalla sua "energia".
Inoltre la standardizzazione tipica della fitoterapia rende impossibile
effettuare una terapia ad hoc, impostata sulla persona e non sulla
patologia. Ogni individuo è infatti unico e reagisce in maniera differente
all'assunzione di uno stesso tipo di pianta o preparato di essa.
La fitoterapia è quindi utile quando lo scopo è ottenere un effetto
preciso, come ad esempio ridurre un'infiammazione, attenuare un
dolore, curare un'infezione, contrastare un sintomo particolare, o
quando è necessario impostare una cura che sia riproducibile per un
numero elevato di persone.
Erboristeria popolare ed Erboristeria Tradizionale L'erboristeria si divide in erboristeria popolare ed erboristeria
tradizionale.
L'erboristeria popolare è l'utilizzo empirico delle piante e dei loro estratti
per la cura dei disturbi e di patologie, sulla base di insegnamenti
tramandati di generazione in generazione e si svolge soprattutto in
ambito famigliare o in piccoli centri abitati.
L'erboristeria tradizionale invece è l'utilizzo delle piante e dei loro
estratti, in base ai principi delle Medicine Tradizionali, differenti a
seconda dell'area geografica di pertinenza, sviluppatesi nel corso di
millenni.
Le Medicine Tradizionali comprendono la Medicina Tradizionale Cinese,
la Medicina Ayurvedica, la Medicina Tibetana, la Medicina Tradizionale
Mediterranea, la Medicina dei nativi d'America...
Non esiste quindi un'unica erboristeria tradizionale, ma a seconda
dell'area geografica, è presente un'erboristeria tradizionale cinese, una
ayurvedica, una tibetana, una dei nativi d'America ed una tradizionale
mediterranea, che per noi è quella di riferimento.
Nel bacino mediterraneo si è sviluppata infatti la Medicina Tradizionale
Mediterranea, nata dall'antica medicina egizia e greca, che nei secoli ha
raggiunto un alto livello di profondità e complessità con Ippocrate,
Galeno e Avicenna, ma che è stata abbandonata nell'epoca moderna, in
seguito allo sviluppo del determinismo materialista e dell'illuminismo.
Le Medicine Tradizionali considerano l'uomo nella sua totalità di corpo,
anima e spirito, inserito nel suo contesto ambientale, sociale e
universale ed utilizzano come cura esclusivamente metodi naturali.
Questi metodi comprendono la cura dell'alimentazione e dello stile di
vita, la ricerca interiore attraverso la meditazione ed esercizi fisicospirituali come lo yoga e il qi kong, tecniche corporee ed energetiche,
musiche e suoni, colori, tecniche e rituali per raggiungere particolari stati
di coscienza e l'erboristeria.
L'erboristeria è sempre stata e resta tuttora il metodo di cura e di
prevenzione principale delle Medicine Tradizionali.
Galeno, medico greco (129-201 secolo d.C.)
Le medicine tradizionali valutano ogni patologia e squilibrio in senso
olistico, cioè in rapporto alla totalità dell'essere umano e del suo
ambiente e anzichè trattarne semplicemente i sintomi, cercano di
ripristinarne l'equilibrio, curando il "terreno" e le cause che
predispongono alla formazione della patologia o disturbo.
Vitalismo e Forza VitaleLa natura viene considerata da un punto di vista vitalistico.
Ogni forma di vita è infatti resa tale da una "forza vitale" che sovrintende
le leggi chimico fisiche della materia.
Lo scopo delle Medicine Tradizionali non è solo sconfiggere la malattia,
ma promuovere il benessere e l'evoluzione spirituale dell'essere umano,
prerogative fondamentali della sua salute.
Trattando l'individuo nella sua totalità, come essere unico in rapporto a
tutti gli altri e a tutto, le Medicine Tradizionali considerano infatti la
malattia primariamente come il segnale di un disequilibrio energetico,
che non può essere ripristinato semplicemente con una sostanza
chimica.
Le piante non sono considerate come semplici portatrici di sostanze
nutrienti o farmacologicamente attive, ma come veicoli di forze vitali che
vengono sfruttate a scopo curativo o riequilibrante nell'erboristeria
tradizionale.
Queste forze o energie sono riconoscibili in parte dai sensi umani
attraverso il colore, la forma, il sapore e in parte attraverso
l'interpretazione di segni o simboli di cui sono portatrici, o
semplicemente attraverso il loro utilizzo pratico.
La Medicina Tradizionale Cinese e quella Ayurvedica hanno studiato le
proprietà energetiche delle erbe e i loro effetti sull'uomo per migliaia di
anni, arrivando ad utilizzarle in maniera molto accurata, in rapporto alle
differenti costituzioni umane.
Le differenze individuali nella costituzione fisica, nelle tendenze
patologiche e nello psichismo vengono tenute in gran considerazione
per la scelta delle piante medicinali, grazie ad un approfondito studio
delle biotipologie umane.
Piante medicinali e biotipoOgni individuo è unico e la conoscenza del suo biotipo, costituzione o
temperamento, pur risultando comunque una semplificazione, può
aiutare a scegliere in maniera più corretta le piante medicinali adatte per
curarne i disturbi e prevenirne le malattie.
Ad esempio, nella scelta di un diuretico che deve essere assunto per un
certo periodo (ad esempio per eliminare dei calcoli renali trattati
precedentemente con un litontritico), una persona di costituzione Fredda
e Umida beneficerà di una pianta Calda come le bacche di sambuco,
mentre ad una persona di costituzione Calda e Secca queste potranno
col tempo creare un disequilibrio energetico, che potrebbe peggiorarne
l'infiammazione.
Diversamente una pianta con medesima azione sull'apparato urinario,
ma Fredda e meno disseccante come la Piantaggine, potrà dare a
quella persona, di costituzione Calda e Secca, un risultato migliore e
senza effetti collaterali.
Questo semplice esempio spiega come mai spesso, pur pensando di
aver assunto il preparato erboristico o fitoterapico più adatto per
risolvere un problema, non si ottengono i risultati sperati, o addirittura si
peggiora la condizione di salute.
Attraverso l'erboristeria tradizionale, conoscendo bene le caratteristiche
energetiche delle piante e di una persona, si possono ottenere invece
ottimi risultati, senza creare squilibri energetici e costituzionali.
La scienza moderna e la fitoterapia occidentale attuale si basano ancora
oggi sul determinismo materialista, che semplifica l'azione delle piante
alla presenza in esse di alcune sostanze chimicamente attive,
trascurando gli aspetti energetici.
Inoltre viene ignorato il fatto che ogni pianta contiene in realtà migliaia,
forse milioni di sostanze chimicamente attive di cui non si conosce
l'azione, il cosiddetto "fitocomplesso", che si va a perdere con l'utilizzo di
estratti fitoterapici standardizzati.
Fitopreparati in grado di conservare l'energia vitale della piantaPiù che a sostanze chimiche particolari, gran parte dell'azione
terapeutica di una pianta è in realtà attribuibile alle sue "forze vitali" o
"eteriche", veicolate dall'elemento liquido, che viene completamente
eliminato nella formazione dell'estratto secco titolato, necessario alla
"fitoterapia scientifica".
Estratti tradizionali di piante come gli alcolaturi (o tinture), infusi e decotti
permettono invece di conservare meglio l'energia di una pianta e di
sfruttarla al meglio per ottenere effetti curativi e riequilibranti nell'essere
umano.
L'erboristeria tradizionale è quindi potenzialmente più efficacie, meglio
personalizzabile rispetto alla fitoterapia e può spiegare meglio le
reazioni differenti all'uso di una stessa pianta o suo estratto, ma richiede
conoscenze specifiche e approfondite nell'ambito delle Medicine
Tradizionali e della Naturopatia ed è più difficilmente standardizzabile e
ripetibile.
Conclusione: qual è meglio tra fitoterapia ed erboristeria?Concludendo non è possibile dire quale sia meglio, tra fitoterapia ed erboristeria.
E' meglio chiedersi piuttosto, qual è l'obbiettivo che sto cercando?
L'erboristeria popolare è la più utile in ambito famigliare, per trattare
disturbi che non richiedono il lavoro di un medico e necessita di semplici
conoscenze sulle piante officinali di uso più comune e più sicure.
L'erboristeria tradizionale è quella che porta a risultati singoli migliori,
ma richiede le conoscenze approfondite e specifiche di un medico, di un erborista o di
un naturopata specializzato nella Medicina Tradizionale di riferimento.
E' inoltre difficilmente o per nulla riproducibile e standardizzabile.
La fitoterapia porta a risultati singoli decisamente meno efficaci ed è
meno personalizzabile rispetto all'erboristeria tradizionale, ma permette
di creare dei protocolli standardizzati per trattare sintomi specifici,
disturbi e patologie ed è riproducibile su un alto numero di persone.
Richiede anch'essa le competenze di un medico o di un professionista
specializzato.
Quindi, concludendo, a seconda dell'obbiettivo che si sta cercando, sia
l'erboristeria che la fitoterapia possono risultare molto utili per
promuovere e mantenere la salute ed il benessere in modo naturale, ma
hanno scopi e richiedono competenze differenti.
Le piante, in un modo o nell'altro, ci nutrono, ci aiutano, ci curano,
indipendentemente dalla semplicità e dalla complessità, dall'intenzione e
dalla consapevolezza, che sono solo dell'uomo