Achillea millefoglie Foto di Giorgio Banfi

Fitoterapia o erboristeria?

Fitoterapia o erboristeria: c'è differenza? Qual è meglio? 
Le piante officinali costituiscono da sempre il rimedio più naturale ed istintivo a cui fare ricorso in caso di disturbi e malattie. Fitoterapia ed erboristeria non sono sinonimi; entrambi sono discipline terapeutiche naturali che sfruttano l'azione delle piante e dei loro preparati, ma con basi e scopi differenti. La fitoterapia si basa sulla medicina scientifica occidentale, la "biomedicina", con la quale condivide metodo di ricerca e pratica clinica ed attribuisce l'azione terapeutica delle piante esclusivamente ai principi attivi in esse contenuti. La fitoterapia utilizza estratti di piante il più possibile standardizzati per curare e prevenire patologie o disturbi e per ottenere scopi precisi, volti al miglioramento del benessere o della qualità della vita delle persone (ad esempio riduzione del dolore e dell'infiammazione di un'articolazione in un malato di artrosi, o aumento della sensazione di benessere e resistenza fisica in un atleta o lavoratore).

Principi attivi ed estratti secchi titolati
I rimedi più utilizzati sono capsule o compresse contenenti estratti secchi di piante, titolati in uno o più principi attivi, identificati come maggiori responsabili dell'azione terapeutica della pianta (la titolazione è la misura dell'esatta concentrazione di un principio attivo nell'estratto). Gli estratti secchi in capsule o compresse vengono preparati mediante estrazione della droga (parte attiva della pianta) con un solvente, che viene successivamente fatto essicare e formulati con degli eccipienti (ingredienti secondari) che garantiscano la massima biodisponibilità dei principi attivi, utilizzando tecniche formulative proprie dell'industria farmaceutica. I preparati fitoterapici vengono scelti in base al tipo di patologia o disturbo e i risultati ottenuti sono valutati mediante studi clinici, in base al miglioramento dei sintomi o di alcuni parametri fisiologici monitorati. La fitoterapia garantisce riproducibilità, standardizzazione, maggior prevedibilità dei risultati aspettati e delle possibili controindicazioni. D'altro canto, viene perso del tutto o quasi quell'effetto che non dipende dalla chimica dei principi attivi di una pianta, ma dalla sua "energia". Inoltre la standardizzazione tipica della fitoterapia rende impossibile effettuare una terapia ad hoc, impostata sulla persona e non sulla patologia. Ogni individuo è infatti unico e reagisce in maniera differente all'assunzione di uno stesso tipo di pianta o preparato di essa. La fitoterapia è quindi utile quando lo scopo è ottenere un effetto preciso, come ad esempio ridurre un'infiammazione, attenuare un dolore, curare un'infezione, contrastare un sintomo particolare, o quando è necessario impostare una cura che sia riproducibile per un numero elevato di persone. 

Erboristeria popolare ed Erboristeria Tradizionale
L'erboristeria si divide in erboristeria popolare ed erboristeria tradizionale. L'erboristeria popolare è l'utilizzo empirico delle piante e dei loro estratti per la cura dei disturbi e di patologie, sulla base di insegnamenti tramandati di generazione in generazione e si svolge soprattutto in ambito famigliare o in piccoli centri abitati. L'erboristeria tradizionale invece è l'utilizzo delle piante e dei loro estratti, in base ai principi delle Medicine Tradizionali, differenti a seconda dell'area geografica di pertinenza, sviluppatesi nel corso di millenni. Le Medicine Tradizionali comprendono la Medicina Tradizionale Cinese, la Medicina Ayurvedica, la Medicina Tibetana, la Medicina Tradizionale Mediterranea, la Medicina dei nativi d'America...
Non esiste quindi un'unica erboristeria tradizionale, ma a seconda dell'area geografica, è presente un'erboristeria tradizionale cinese, una ayurvedica, una tibetana, una dei nativi d'America ed una tradizionale mediterranea, che per noi è quella di riferimento. Nel bacino mediterraneo si è sviluppata infatti la Medicina Tradizionale Mediterranea, nata dall'antica medicina egizia e greca, che nei secoli ha raggiunto un alto livello di profondità e complessità con Ippocrate, Galeno e Avicenna, ma che è stata abbandonata nell'epoca moderna, in seguito allo sviluppo del determinismo materialista e dell'illuminismo.
Le Medicine Tradizionali considerano l'uomo nella sua totalità di corpo, anima e spirito, inserito nel suo contesto ambientale, sociale e universale ed utilizzano come cura esclusivamente metodi naturali. Questi metodi comprendono la cura dell'alimentazione e dello stile di vita, la ricerca interiore attraverso la meditazione ed esercizi fisicospirituali come lo yoga e il qi kong, tecniche corporee ed energetiche, musiche e suoni, colori, tecniche e rituali per raggiungere particolari stati di coscienza e l'erboristeria. L'erboristeria è sempre stata e resta tuttora il metodo di cura e di prevenzione principale delle Medicine Tradizionali. Galeno, medico greco (129-201 secolo d.C.) Le medicine tradizionali valutano ogni patologia e squilibrio in senso olistico, cioè in rapporto alla totalità dell'essere umano e del suo ambiente e anzichè trattarne semplicemente i sintomi, cercano di ripristinarne l'equilibrio, curando il "terreno" e le cause che predispongono alla formazione della patologia o disturbo.

Vitalismo e Forza Vitale
La natura viene considerata da un punto di vista vitalistico. Ogni forma di vita è infatti resa tale da una "forza vitale" che sovrintende le leggi chimico fisiche della materia. Lo scopo delle Medicine Tradizionali non è solo sconfiggere la malattia, ma promuovere il benessere e l'evoluzione spirituale dell'essere umano, prerogative fondamentali della sua salute. Trattando l'individuo nella sua totalità, come essere unico in rapporto a tutti gli altri e a tutto, le Medicine Tradizionali considerano infatti la malattia primariamente come il segnale di un disequilibrio energetico, che non può essere ripristinato semplicemente con una sostanza chimica. Le piante non sono considerate come semplici portatrici di sostanze nutrienti o farmacologicamente attive, ma come veicoli di forze vitali che vengono sfruttate a scopo curativo o riequilibrante nell'erboristeria tradizionale. Queste forze o energie sono riconoscibili in parte dai sensi umani attraverso il colore, la forma, il sapore e in parte attraverso l'interpretazione di segni o simboli di cui sono portatrici, o semplicemente attraverso il loro utilizzo pratico. La Medicina Tradizionale Cinese e quella Ayurvedica hanno studiato le proprietà energetiche delle erbe e i loro effetti sull'uomo per migliaia di anni, arrivando ad utilizzarle in maniera molto accurata, in rapporto alle differenti costituzioni umane. Le differenze individuali nella costituzione fisica, nelle tendenze patologiche e nello psichismo vengono tenute in gran considerazione per la scelta delle piante medicinali, grazie ad un approfondito studio delle biotipologie umane.

Piante medicinali e biotipo
Ogni individuo è unico e la conoscenza del suo biotipo, costituzione o temperamento, pur risultando comunque una semplificazione, può aiutare a scegliere in maniera più corretta le piante medicinali adatte per curarne i disturbi e prevenirne le malattie. Ad esempio, nella scelta di un diuretico che deve essere assunto per un certo periodo (ad esempio per eliminare dei calcoli renali trattati precedentemente con un litontritico), una persona di costituzione Fredda e Umida beneficerà di una pianta Calda come le bacche di sambuco, mentre ad una persona di costituzione Calda e Secca queste potranno col tempo creare un disequilibrio energetico, che potrebbe peggiorarne l'infiammazione. Diversamente una pianta con medesima azione sull'apparato urinario, ma Fredda e meno disseccante come la Piantaggine, potrà dare a quella persona, di costituzione Calda e Secca, un risultato migliore e senza effetti collaterali. Questo semplice esempio spiega come mai spesso, pur pensando di aver assunto il preparato erboristico o fitoterapico più adatto per risolvere un problema, non si ottengono i risultati sperati, o addirittura si peggiora la condizione di salute. Attraverso l'erboristeria tradizionale, conoscendo bene le caratteristiche energetiche delle piante e di una persona, si possono ottenere invece ottimi risultati, senza creare squilibri energetici e costituzionali. La scienza moderna e la fitoterapia occidentale attuale si basano ancora oggi sul determinismo materialista, che semplifica l'azione delle piante alla presenza in esse di alcune sostanze chimicamente attive, trascurando gli aspetti energetici. Inoltre viene ignorato il fatto che ogni pianta contiene in realtà migliaia, forse milioni di sostanze chimicamente attive di cui non si conosce l'azione, il cosiddetto "fitocomplesso", che si va a perdere con l'utilizzo di estratti fitoterapici standardizzati.

Fitopreparati in grado di conservare l'energia vitale della pianta
Più che a sostanze chimiche particolari, gran parte dell'azione terapeutica di una pianta è in realtà attribuibile alle sue "forze vitali" o "eteriche", veicolate dall'elemento liquido, che viene completamente eliminato nella formazione dell'estratto secco titolato, necessario alla "fitoterapia scientifica". Estratti tradizionali di piante come gli alcolaturi (o tinture), infusi e decotti permettono invece di conservare meglio l'energia di una pianta e di sfruttarla al meglio per ottenere effetti curativi e riequilibranti nell'essere umano. L'erboristeria tradizionale è quindi potenzialmente più efficacie, meglio personalizzabile rispetto alla fitoterapia e può spiegare meglio le reazioni differenti all'uso di una stessa pianta o suo estratto, ma richiede conoscenze specifiche e approfondite nell'ambito delle Medicine Tradizionali e della Naturopatia ed è più difficilmente standardizzabile e ripetibile.

Conclusione: qual è meglio tra fitoterapia ed erboristeria?
Concludendo non è possibile dire quale sia meglio, tra fitoterapia ed erboristeria. E' meglio chiedersi piuttosto, qual è l'obbiettivo che sto cercando?
L'erboristeria popolare è la più utile in ambito famigliare, per trattare disturbi che non richiedono il lavoro di un medico e necessita di semplici conoscenze sulle piante officinali di uso più comune e più sicure.
L'erboristeria tradizionale è quella che porta a risultati singoli migliori, ma richiede le conoscenze approfondite e specifiche di un medico, di un erborista o di un naturopata specializzato nella Medicina Tradizionale di riferimento. E' inoltre difficilmente o per nulla riproducibile e standardizzabile.
La fitoterapia porta a risultati singoli decisamente meno efficaci ed è meno personalizzabile rispetto all'erboristeria tradizionale, ma permette di creare dei protocolli standardizzati per trattare sintomi specifici, disturbi e patologie ed è riproducibile su un alto numero di persone. Richiede anch'essa le competenze di un medico o di un professionista specializzato. Quindi, concludendo, a seconda dell'obbiettivo che si sta cercando, sia l'erboristeria che la fitoterapia possono risultare molto utili per promuovere e mantenere la salute ed il benessere in modo naturale, ma hanno scopi e richiedono competenze differenti. Le piante, in un modo o nell'altro, ci nutrono, ci aiutano, ci curano, indipendentemente dalla semplicità e dalla complessità, dall'intenzione e dalla consapevolezza, che sono solo dell'uomo